Fascismo o antifascismo, buonismo o razzismo?

Posted by on Feb 9, 2019 in Blog

 

Siamo tutti dentro a un gioco di cui non abbiamo consapevolezza. Tutti. Anche tu.

Questo gioco, a cui stiamo partecipando attivamente, è il gioco intessuto dalle nostre menti. 

Pensiamo di essere Liberi ma nulla è più lontano dalla Verità.

Pensiamo di essere migliori ma siamo come tutti.

Sosteniamo le nostre idee perchè vi abbiamo ragionato e pensiamo siano giuste.

Che io pensi di essere fascista o anti-fascista, buonista o razzista, pentastellato o del Partito Democratico, vedo colui che la pensa diversamente da me come il nemico, la causa del male di questa società, di questa politica, di questa vita. 

Dobbiamo fare uno sforzo, lo sforzo di elevarci sopra noi stessi così da poter osservare in modo diverso ciò che accade.

Non importa quello in cui crediamo. Se comprendiamo che è possibile osservarsi oltre ai contenuti vediamo uomini che si schierano contro uomini, per amore o odio che sia. Uomini che vedono nell’altro la causa della sofferenza, propria e del mondo… oppure solo che “lottano” urlando per la pace e il silenzio.

Come potremo mai fermare l’odio con l’odio?

Dobbiamo renderci conto del fatto che l’odio dell’altro verso noi stessi è rafforzato dall’odio che noi proviamo per l’altro. Siamo noi ad alimentare il clima di odio con il nostro odio. E’ così che l’antifascismo alimenta il fascismo, che il razzismo alimenta il buonismo. E’ così che gli uomini si trovano schierati, ognuno credendo di difendere il giusto, incapace di cogliersi nell’errore di una umanità ancora troppo inconsapevole.

L’odio alimenta odio.

Ma allora perchè continuiamo, dagli arbori della nostra storia ad odiarci?

La mente è sorta in noi come il germoglio si erge dalla terra in primavera… In modo spontaneo ci ritroviamo a pensare, a scindere il mondo fra Io e Altro. Questo è un passo necessario per qualsiasi conoscenza cognitiva promossa dalla nostra mente.

Non ci siamo però accorti che vi è una profonda differenza fra la terra e il germoglio. La terra non deve la sua vita al germoglio, la terra c’era e ci sarà indipendentemente dalla vita del germoglio. Così abbiamo confuso la terra con il germoglio, noi stessi con la mente… e adesso siamo solo espressione del suo funzionamento automatico…

L’odio, la rabbia, non sono altro che l’altra faccia della sofferenza. Se io soffro, allora la mia mente farà di tutto per trovare un oggetto su cui scagliare il proprio dolore, trasformandolo in rabbia. A quanto pare è apparentemente meno doloroso odiare l’altro che prendersi la responsabilità di se stessi, sia che il nostro nemico sia il fascismo, sia che il nostro nemico sia il buonismo.

E’ più facile incolpare, scagliarsi contro, urlare piuttosto che prendersi la propria responsabilità, stare fermi e in silenzio. E’ più facile perchè la mente, proprio come il corpo, essendo essa solo un diverso punto di vista su noi stessi, tende ad allontanarsi dalla sofferenza, proprio come la mano, per un riflesso incondizionato, si allontana dal fuoco.

Ed è così che odiare, incolpare, diventa un esercizio utile a tutti noi, presi dalle nostre sofferenze e insicurezze, dai nostri problemi e dalle nostre gioie. Inoltre, schierarsi, aiuta a sentirsi qualcuno… a sostenere quel fragile Io che fugge dal proprio dolore…

Ma tutti noi siamo Esseri Umani, la terra da cui nasce il germoglio, capaci di accogliere e donare la vita. Possiamo imparare ad elevarci sopra noi stessi e ad osservare la parte che stiamo recitando nel dramma di questa umanità. Siamo anche noi, come tutti, impegnati a lottare, a difenderci, a proteggerci, a non pensare, a distrarci, a chiudere gli occhi…

Ed è diventarne consapevoli che ci permette di vedere oltre, di sporgerci oltre… quel copione imposto che nell’illusione della libertà ci rende processi automatici che cercano il miglior modo per sopravvivere, ma che così facendo non scopriranno mai la bellezza del dono della vita.

L’odio si vanifica con l’Amore.

E’ sciocco schierarsi in uno dei due estremi, è sciocco scagliarsi contro l’altro perchè non può che condurci ad alimentare e ad esaltare il conflitto, l’altro contro cui noi lottiamo. 

Vi sono ragioni che promuovono la lotta di ciascuna parte, vi sono problemi che ciascuna parte non prende in considerazione, nonostante vi siano ragioni da tutte le parti. 

Dobbiamo imparare a dialogare, a comprendere i problemi guardandoli da tutti i punti di vista, non a giudicare e schierarci. So che molti penseranno di averlo fatto ma, se veramente lo avessero fatto, non si sarebbero schierati da alcuna parte perchè, ognuna di esse, mette in mostra solo parte del problema che bisogna affrontare. Se pensiamo che dobbiamo schierarci per vincere sul “male”, non ci stiamo rendendo conto che sarà proprio il nostro atteggiamento a rinforzare il “male” contro cui ci schieriamo.

E non sarà urlando o lottando fra noi che affronteremo il problema perchè il problema è proprio questo: che continuiamo a lottare gli uni contro gli altri ritenendoci paladini della giustizia.



 

Il problema siamo noi, incapaci di fermarci e ascoltare, l’altro, noi stessi. Il problema è che ci hanno insegnato a ragionare ma non a diventare consapevoli… così continuiamo a ragionare e a scontrarci per le nostre ragioni, senza renderci conto che è la nostra rabbia, il nostro odio, che alimenta l’odio e la rabbia dell’altro…

Solo l’Amore può vincere l’odio.

Dobbiamo imparare prima di tutto ad Amare noi stessi… ma prima ancora a riconoscere come non ci accettiamo, come ci odiamo, come ci critichiamo… come nel profondo non ci sentiamo validi e abbastanza…

E’ Amandoci che impariamo ad Amare l’altro, che non è poi così diverso da noi. Anche lui soffre, anche lui sta cercando di sopravvivere al suo dolore…

Anche lui, come noi, ha la possibilità di vivere diventando consapevole di ciò che è… Anche lui ha la possibilità di accogliersi e Amarsi, di accettarsi e di Liberarsi.

Noi non siamo il germoglio, la mente.

Noi siamo la terra.

Solo l’Amore può estirpare l’odio.

Impariamo ad Amarci, a prenderci la nostra responsabilità, ad affrontarci, a guardare in faccia il nostro dolore, ad accarezzarlo la notte e a scaldarlo con le nostre lacrime. Il problema non sono i fascisti, i buonisti, i razzisti, i cinque stelle o i democratici. Il problema siamo noi che non abbiamo ancora trovato la forza di spostare lo sguardo dall’altro a noi stessi per affrontare la sfida che questa vita ci ha posto innanzi: trovarne il senso e poter camminare fra le sue pieghe con il sorriso della Serenità.